
La proposta della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (FIAB) ha permesso di tratteggiare un piano di mobilità sostenibile total green con cui affrontare la fase 2 del COVID-19: ecco come.
Sebbene la fase emergenziale provocata dall’insorgere della pandemia di COVID-19 non sia del tutto cessata, la mobilità sostenibile è riuscita a far parlare positivamente di sè in relazione alla proposta firmata dalla FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta). Il lento ritorno alla normalità – a seguito del lockdown che ha immobilizzato le nostre metropoli, – infatti, deve tener conto di una vasta serie di fattori secondari: evitare luoghi eccessivamente affolati (compresi i mezzi pubblici), limitare l’impatto ambientale e ridurre gli spostamenti sul tessuto urbano che siano veicolo di rischi aggiuntivi per la salute della cittadinanza. Alcune associazioni di categoria, coadiuvate dal progetto total green promosso dalla FIAB, hanno dunque scelto di inviare un piano di adeguamento alla sindaca di Roma, Virginia Raggi. Il nucleo focale della proposta concerne la necessità di garantire un mezzo di spostamento sul tessuto cittadino che sia in grado di trasmettere un senso di sicurezza e fiducia ai passeggeri che ogni giorno si muovono nella Capitale.
“Lo scenario è quello per cui l’uso del trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa del mantenimento delle restrizioni, sia causa della sfiducia della popolazione nel prendere i mezzi pubblici. Il trasporto pubblico locale sposta quote rilevanti di cittadini, fino al 55% nelle grandi città, a cui si aggiunge l’enorme movimento di persone che usano i treni pendolari. Fatto tutto ciò che si potrà per mantenere e migliorare i servizi di trasporto pubblico, si può facilmente prevedere che quote importanti di questi spostamenti abbandoneranno il trasporto pubblico e cercheranno altre modalità di spostamento.”
Secondo ricerche condotte in merito ai dati provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, è probabile che molti di coloro che abbandoneranno una forma di trasporto pubblico cittadino, sceglieranno di spostarsi con una vettura privata. Il rischio è che non solo gli sforzi dispiegati finora per garantire metropoli più green siano del tutto vanificati, ma anche che l’impatto ambientale sia causa di rischi aggiuntivi per la qualità del nostro vivere associato nella fase 2 di recupero post-COVID-19. Cosa fare per evitare di nullificare gli importanti traguardi correlati allo sviluppo di una mobilità sostenibile e a zero waste? Le misure proposte dall’associazione FIAB – da applicare eventualmente a partire dal 3 Maggio – sono le seguenti:
- Un primo tentativo di aumentare le infrastrutture – realizzate a basso costo e in tempi particolarmente ridotti – che consentano l’utilizzo di strade (pedonali e ciclabili) fatte ad hoc per i cittadini che desiderano tornare a uno spostamento più salutare e attivo, anche in virtù del sopraggiungere delle belle giornate: doppio senso di marcia per le biciclette elettriche, strade residenziali a 10 km/h aperte anche ai pedoni, apertura di condotti scolastici, creazione di percorsi a sola segnaletica e intermodalità bici-TPL (ovvero la Rete di Mobilità di Emergenza/Transizione);
- Necessità di forti incentivi economici che sappiano garantire ai Comuni la possibilità di agire in maniera tempestiva e propositiva: creazione di un Fondo Interventi Urgenti per la Mobilità Sostenibile dei Comuni (come detto al punto 1), bonus di mobilità per i cittadini che vorranno spostarsi a piedi o su una due ruote, rimborsi chilometrici e premi al raggiungimento di dati comportamenti green e virtuosi;
- Mantenimento delle procedure di valorizzazione del sistema di mobilità sostenibile: le ZTL, la sosta regolamentata e le corsie preferenziali – fondamentali per una corretta gestione del traffico – sono alcune interessanti alternative con cui evitare un sovraccarico degli spostamenti urbani. Qualora ogni cittadino, infatti, fosse libero di raggiungere qualsiasi locazione in macchina, il rischio è quello di andare incontro a una totale paralisi circolatoria;
- Agevolazione dei movimenti urbani che tengano conto di sistemi di smart working e dell’importanza di una fitta rete di servizi a domicilio, non soltanto nell’ambito del food delivery ma anche in relazione ai bisogni primari ed essenziali dei cittadini;
- Riconoscimento, promozione e finanziamento della mobilità attiva (pedonalità e ciclabilità) così da organizzare gli spostamenti in modo tale da mantenere in vigore la distanza minima di sicurezza, evitando di aumentare in modo insostenibile il traffico privato e congestionare i mezzi pubblici;
- Realizzazione di una vasta gamma di campagne informative – sia cittadine che nazionali – pensate per sensibilizzare la comunità a una nuova forma di lifestyle: dare priorità alla salute, alla mobilità sostenibile, all’attività fisica e ai moderni sistemi di trasporto a zero impatto, è fondamentale per recuperare la forma fisica in perfetto equilibrio con i criteri della fase 2;
- Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico che sia deputato all’armonizzazione delle misure precedenti, così da lavorare con estrema celerità all’elaborazione di un Piano di Mobilità di Emergenza/Transizione COVID-19.
La proposta della FIAB è particolarmente accurata: lo scopo dell’associazione è quello di premere nei confronti di una momentanea riduzione delle carreggiate stradali, le quali verranno per l’appunto destinate a una forma di spostamento più salutare e ambientalista. Tra le zone romane che verranno prese di mira, almeno secondo la prima bozza della proposta, citiamo: il giro delle Mura, l’asse Tuscolana-Nomentana, l’asse Nomentana-Ostiense, l’asse Piazza Venezia – v.le Trastevere – Circ.ne Gianicolense e l’asse Tiburtino da Ponte Mammolo al Polo universitario la Sapienza. Qual è il vantaggio di una mossa così rivoluzionaria? Gli ambientalisti ci tengono a ricordare che il progressivo miglioramento della qualità dell’aria – nonché le ricerche che possono testimoniare in via sperimentale la probabile correlazione tra la diffusione del COVID e la presenza di polveri sottili nell’atmosfera – sono indici inequivocabili di una cambiamento che deve essere attuato nell’immediato.
A detta della FIAB: “ci troviamo di fronte a un bivio, pericoloso e preoccupante: la capacità di reagire con un piano di incentivazione della mobilità attiva può fare la differenza”. In attesa di comprendere in che modo il progetto possa essere accolto da chi di dovere, non possiamo che lasciarti con una riflessione: in che modo è possibile fare la differenza per valorizzare la nostra comunità? Siamo certi che la mobilità sostenibile – ormai sempre più eterogenea, performante, sicura ed economica – sia il primo passo per tornare alla normalità con la consapevolezza di dover fare del nostro meglio per migliorare!
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